Author Archives: Elisabetta Galli

COME SI PRENDE UNA BUONA DECISIONE? IN POCHI PASSI MA EFFICACEMENTE

Una delle caratteristiche fondamentali delle persone di successo (qualunque sia la definizione che noi attribuiamo a questo termine nei diversi ambiti della vita) è che sanno prendere buoni decisioni e sono risoluti nel farlo.

Ecco allora una guida sintetica, ma efficace

 

Fase Uno – Diagramma di Ishikawa.

I problemi sono problemi e la nostra vita personale e professionale ne è piena. E’ vero che i problemi possono anche essere opportunità, ma ciò non è sempre vero specialmente quando ci paiono insormontabili.
La prima fase fondamentale per prendere una buona decisione consiste dunque nel “riconoscere e definire correttamente un problema”. Identifica esattamente la questione da affrontare e cosa devi risolvere; è vero che potresti dover prendere decisioni senza un problema, ma onestamente queste situazioni sono piuttosto rare.

Un metodo che si usa molto anche nelle Aziende di alto livello è “identificare le cause profonde di un problema” con il diagramma a spina di pesce, o diagramma di Ishikawa.

Funziona così:

  • Testa del pesce: Rappresenta il problema o l’effetto. Si scrive qui la questione principale che stai cercando di risolvere (ad esempio, “Bassa produttività”).
  • Spine principali: Queste sono le categorie principali che possono influenzare il problema. Tradizionalmente, in contesti produttivi, si usano le 6 M:
    Macchine: Gli strumenti, le attrezzature utilizzate.
    Metodi: I processi o le procedure.
    Materiali: Le materie prime, i materiali usati.
    Manodopera: Il personale, le persone coinvolte.
    Misurazioni: Gli strumenti di misura o i dati utilizzati per valutare la qualità.
    Madre natura (Ambiente): Fattori esterni come il contesto ambientale o lavorativo.

Naturalmente, nella vita personale non si è costretti a usare le 6M.

Passaggi per creare un diagramma a spina di pesce:

  1. Identifica il problema: Scrivi il problema principale alla fine della spina dorsale (la testa del pesce).
  2. Determina le cause principali: Disegna delle spine principali che si diramano dalla spina dorsale, ciascuna rappresentante una categoria (come le 6 M).
  3. Identifica le cause secondarie: Per ogni categoria, elenca le cause specifiche che potrebbero contribuire al problema. Queste cause si inseriscono come piccole spine che si diramano dalle spine principali.
  4. Analisi: Dopo aver completato il diagramma, analizzalo per trovare le cause alla radice del problema. Esplora le cause che ricorrono più frequentemente o che sembrano avere il maggiore impatto.
Diagramma di Ishikawa

Esempio diagramma di Ishikawa

Un esempio applicato alla vita personale?

Se in questo momento ti senti stanco e affaticato, le categorie di cause principali potrebbero essere:

  • Poco sonno
  • Alimentazione poco corretta
  • Scarso esercizio fisco
  • Stress
  • Cattive abitudini
  • Ritmi eccessivamente intensi

Per ognuna di queste categorie principali, possiamo poi avere sotto- cause specifiche legate alla nostra situazione.
Prendiamo la categoria deli problemi legati alla nostra alimentazione: – Stress>Troppo lavoro – Presenza di straordinari – Scarsa organizzazione – Demotivazione – Scarso riconoscimento da parte degli altri

La mappa dettagliata di tutte le cause e sotto-cause del problema ci aiuterà ad affrontarlo in maniera sistematica.

FASE DUE – Trovare le Soluzioni

Tornando alle decisioni ora che ho chiare le cause devo trovare le soluzioni.

Raccogli informazioni

  • Dati e fatti: Assicurati di avere tutte le informazioni rilevanti a disposizione. Più conosci la situazione, migliori saranno le opzioni che potrai considerare.
  • Opinioni e consigli: A volte è utile confrontarsi con persone di fiducia o esperti che possono offrire prospettive diverse.

Distingui bene tra i dati oggettivi e le opinioni soggettive altrui non perché le prime contino più delle seconde, ma perché è utile sapere ad esempio se uno ostacolo non dipende da noi (es. ci vogliamo trasferire a Dubai: che il clima sia caldo è un dato di fatto, che non possiamo superarlo se lo odiamo ma al massimo mitigarne l’effetto…con l’aria condizionata)

FASE TRE -Le soluzioni vanno generate

Un approccio valido è utilizzare il brainstorming facendosi delle domande guida, alcuni esempi:

  • Quali risorse ho a disposizione per risolvere il problema?
  • Cosa posso imparare da questa situazione?
  • Come sarebbe se fosse facile?
  • Come posso dare il meglio in questa situazione?
  • Quanto tempo ho per risolvere il problema?
  • Quali persone mi possono aiutare?
  • Cerca di farti domande anche originali per pensare in modo non convenzionale.

Fase Quattro – Vantaggi e Svantaggi

A questo punto elenca le possibili soluzioni e considera i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna e valuta le conseguenze nel breve e nel lungo termine.
La soluzione più facile spesso è purtroppo inefficace nel lungo termine. “Scegli sempre il cammino che sembra il migliore anche se sembra il più difficile: l’abitudine lo renderà presto piacevole” diceva Pitagora.

Fase Cinque – Avvertenze

Ora hai razionalmente trovato la soluzione ma tieni a mente due avvertenze importanti:

  1. Considera i tuoi valori.
    Chiediti se la decisione è coerente con i valori: La decisione è in linea con ciò che per te è importante nella vita?. Diversamente sul lungo termine potrebbe rivelarsi quasi impossibile da sostenere e addirittura dannosa come spiega Luca Mazzucchelli nel libro dedicato al tema dal titolo “86400”
  2. L’intuito
    È un tema complesso da analizzare sul quale non ci possiamo addentrare in questa sede, ma sappi che a volte la parte inconscia è un bene prezioso che sovrasta decisioni puramente razionali.

Fase Sei – Simulazione Mentale

Fai una simulazione mentale proiettando te stesso come se stessi vivendo la decisione che hai preso. Esempio nella nuova città (se la decisione è il cambio di ambiente) immaginando la vita quotidiana, gli amici, il lavoro ecc. Ciò ti aiuterà a capire ancor meglio se la decisione è effettivamente favorevole.

Fase Sette

Molte persone rimettono continuamente in discussione le proprie decisioni, ma se una decisione è buona spesso lo si vede nel medio-lungo termine. Datti quindi un tempo abbastanza lungo in cui non rimetterai in discussione la decisione presa, ma agirai senza procrastinare. A tal proposito può essere molto utile farsi un piano d’azione delle diverse azioni da compiere.

Fase Otto

Verrà poi il tempo, dopo aver attuato la decisione per un periodo significativo in modo tale che gli effetti abbiano potuto maturare, di riflettere e chiedersi che cosa cambiare o migliorare.

UNA VERITA’ DI FONDO

Dobbiamo sempre ricordare che una decisione solitamente non porterà mai solo vantaggio o svantaggi. Ogni medaglia ha pur sempre due lati. Ma una decisione è il primo passo per una nuova e avvincente prospettiva.

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Autrice Articolo

Elisabetta Galli 

Ha acquisito il Ph.D. in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Padova discutendo una tesi in diritto penale sulla responsabilità delle persone giuridiche, dopo aver conseguito la laurea Magistrale in Giurisprudenza con lode (e menzione speciale per la tesi) presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, usufruendo del c.d. percorso breve, e la laurea con lode in Scienze Giuridiche (vincitrice del premio per la miglior tesi). Ha altresì conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense.
È consulente aziendale, in particolare nel settore dei sistemi di gestione – con funzione anche di auditor -, della responsabilità sociale delle persone giuridiche, della sicurezza sul lavoro, dei processi di implementazione del business e della privacy (GDPR). È docente per importanti Enti di Certificazione sulle norme ISO e in materia di privacy.

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