Il modo in cui viviamo l’ambiente di lavoro dipende enormemente dal nostro atteggiamento mentale e tale assunto ci fa riflettere in merito alla grande incentivazione dello smart workng che prima dell’avvento del decreto legge n.183 del 31 dicembre 2020 costituiva una rarità nel panorama lavorativo del nostro Paese.
Il lavoratore che svolge l’attività da casa appare ancora disorientato: non ha capito se ci guadagna o se ci perde in produttività e in salute.
Più tempo libero o più ore di lavoro? Meno distrazioni o più solitudine perché non più protetti dalla comunità lavorativa? Migliore o peggiore benessere psicofisico?
Mancano ricerche approfondite capaci di fotografare in modo compiuto la realtà italiana nell’ultimo anno, a seguito del prolungato lockdown, ma è certo che, affinchè lo smart working produca effetti positivi, è necessario osservare alcune regole basilari.
Pianificare
La prima regola è che dobbiamo fare in modo di organizzare i tempi – lavoro in modo pianificato e non improvvisare giorno per giorno, facendo cattivo uso della flessibilità.
Prepariamo quindi il planner della giornata e della settimana individuando priorità e scadenze, inserendo altresì le pause necessarie per un buon recupero psicofisico.
Ogni 45 minuti è consigliabile muovere le gambe, far riposare la vista, regalarsi una pausa veloce snack evitando la cattiva abitudine di smangiucchiare davanti al monitor.
Rivediamo sempre gli obbiettivi da raggiungere e i traguardi mancati a fine settimana: l’analisi dell’efficacia è basilare per migliorare le prestazioni e per migliorarci.
Ulteriori suggerimenti per pianificare con efficacia sono reperibili qui.
Inside out
Quando si andava sul posto di lavoro, il tragitto mattutino dava al nostro fisico e al nostro cervello il tempo per prepararci alla giornata lavorativa; dato che ciò non è possibile con lo smart working bisogna che ci creiamo una routine sostitutiva per dare la giusta alternanza fra tempo-lavoro e vita privata; possiamo dedicarci a qualche attività fisica prima di sederci al computer oppure portare spasso il cane o ascoltare un brano di buona musica.
Un errore frequente e sconsigliabile, se non per evenienze di carattere eccezionale, è il lavoro dopo cena, sia per un inevitabile affaticamento dovuto all’esposizione prolungata ai dispositivi elettronici, sia per non turbare il sonno con le preoccupazioni che spesso il lavoro comporta.
Casual glamour
E’ noto che una delle gradi libertà dello smart working è il poterlo fare senza vestirsi come quando si andava in ufficio ma tal comodità ha un prezzo psicologico dato che le ricerche dicono che lavorare in pigiama o in tuta è un boomerang, perché anche il semplice atto del vestirsi introduce in uno stato mentale più adatto per essere attivi.
Quindi non trascuriamo l’igiene personale, laviamoci, pettiniamoci e assumiamo un aspetto ordinato, in una parola, prendiamoci cura di noi stessi.
Inoltre cerchiamo di non alternare il lavoro con la visione delle serie preferite in streaming o con un ossessivo uso e controllo di mail o messaggi.
Anche la musica a tutto volume o un eccessivo rumore in casa distraggono e stancano rendendo poco proficua l’attività lavorativa.
Gli spazi e l’ergonomia degli strumenti essenziali del lavoro da casa
Questo è un tema quasi del tutto trascurato, eppure sono frequentissimi i disturbi derivanti dall’utilizzo di arredi e strumentazioni non adeguate, in primis lombalgia e dolore al collo. Bisogna evitare di lavorare in soggiorno o semisdraiati sul divano, con il portatile sulle ginocchia.
Se abbiamo una casa spaziosa la cosa migliore è adibire una stanza a studio, se non è possibile è necessario ritagliarsi perlomeno un angolo esclusivamente dedicato al lavoro che, possibilmente, sia collocato lontano dai luoghi ove si concentra la vita familiare per evitare distrazioni e rumore.
Manteniamolo libero dagli oggetti di uso domestico e cerchiamo un angolo che sfrutti la luce naturale.
Stando molto in casa, e soprattutto in questo lungo periodo in cui si è afflitti dalla pandemia da Covid 19, cambiamo spesso l’aria.
Bisogna assicurarsi che la sedia sia a una altezza corretta; entrambi i piedi dovrebbero essere appoggiati sul pavimento, con le ginocchia ad un angolo di circa 90 gradi; le spalle e la schiena devono essere dritte, i gomiti piegati di circa 90 gradi, eventualmente è utile usare cuscini. Inoltre dobbiamo tenere il monitor o il laptop al di sotto degli occhi; se si usa un portatile considerare l’utilizzo di mouse e tastiera esterni per tenere i gomiti correttamente e il monitor più distante.
Navigare in diretta
Siamo nel 2021 ed oramai le riunioni tramite ZOOM e SKYPE sono sempre più frequenti. Le videochiamate costituiscono uno strumento molto potente ed utile anche perché, psicologicamente, sono più ricche delle telefonate.
Una particolare attenzione va risposta sulla ambientazione delle riprese. Diminuire, inoltre, la luminosità del monitor (max 55) e attivare la luminosità notturna (se opportuna).
Per proteggere ulteriormente gli occhi, si suggeriscono gli occhiali filtranti per luce blu.
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