Esempio di una mappa mentale: tecnica che esalta la creatività
Esiste una contraddizione insita nel tradizionale concetto di lavoro: questo implica fatica, impegno ma al contempo può e deve essere motivo di soddisfazione e di realizzazione di sé.
Si pensi all’etimologia della parola: labor (dal latino) quale fatica, o travail (dal francese), trabajo (in spagnolo), trabalhar (in portoghese) o travagghiu (in siciliano) tutti indicanti il travaglio che si affronta quotidianamente nel lavoro.
È vero, lavorare stanca, ma offre una enorme opportunità di generare qualcosa di importante e di realizzare le proprie potenzialità.
Nella vita il lavoro è un diritto e un dovere, è un’esperienza pervasiva che si è evoluta nel tempo; originariamente l’uomo era spinto a lavorare per garantire il sostentamento per sé e per la famiglia ma le modalità, con il progresso, sono profondamente cambiate tanto che nel mondo di oggi, nei paesi più progrediti, il lavoro è in grado di garantire la realizzazione dell’individuo e uno spazio importante ove esercitare la creatività.
Il punto è che è necessario trovare le motivazioni e il contesto giusti. Il nostro Paese – con il suo notissimo made in Italy – è peraltro famoso nel mondo per l’alta quota di creatività, specie in ambiti applicativi quali la moda, il design, l’architettura e l’alta cucina.
Ma, in generale, come si può esprimere la creatività nel lavoro?
Si può applicare tale peculiarità sia nell’accezione di “inventare cose nuove” sia nel fare in modo nuovo cose già consolidate, siano esse prodotti o servizi.
Certo è che non tutti possiedono un’indole vocata alla creatività, e questo è determinato sia dall’influenza dei dati caratteriali innati (apertura a nuove esperienze, desiderio di mettersi in gioco) che dal contesto di vita che stimola o inibisce l’apertura mentale.
La questione è complessa perché è strettamente legata al quesito su come si possa stimolare la creatività, trasformandola da dato caratteriale a competenza da trasferire e spendere in ambito professionale.
Esistono molte teorie al proposito, ma sembra che lo stato di flow – quale fatto mentale in cui pensieri ed azioni scorrono in un flusso armonico – sia in grado di creare quel clima rilassato e gratificante capace appunto di favorire la creatività e l’innovazione. Nel contesto lavorativo il premio psicologico (e auspichiamo di riconoscimento nelle quote di produttività) è la consapevolezza di un “lavoro ben fatto”.
Il Word Economic Forum, nel suo report del 2018, predice che la creatività sarà una delle principali abilità richieste nel mondo del lavoro ma è giusto rilevare che molte organizzazioni – sia aziende che terziario – non sempre sanno apprezzare i collaboratori creativi perchè questi tendono a derogare dalle regole e dalle procedure stabilite che garantiscono sicurezza (ma non progresso!).
Trattando nello specifico il tema della creatività nel mondo del lavoro, un ruolo molto importante viene giocato dagli ambienti fisici e sociali della struttura ospitante; si pensi- come esempio “estremo” alla Silicon Valley ove sono nate e cresciute le più importanti aziende tecnologiche e di comunicazione – ove le strutture e gli uffici riportano a parchi fitness o di divertimento con parchi, sale gioco, palestre, piazze di incontro informale, insomma quanto di più lontano dal nostro immaginario circa un luogo di lavoro tradizionale.
E questo perchè le rigidità, gli ostacoli, i vincoli limitano il pensiero divergente, elemento base della creatività: non bisogna però confondere creatività con approssimazione perchè fondamentale è la maestria tecnica, o competenza.
Per formare al lavoro creativo, dunque, bisogna potenziare le risorse personali (autoefficacia, concentrazione, originalità) ma anche sviluppare competenze e tecniche specifiche elevando altresì la cultura aziendale utilizzando anche il lavoro di gruppo.
La creatività espleta un’altra, importante funzione. Di fronte all’accelerazione della modifica della tipologia del lavoro, sempre più caratterizzato dalla rivoluzione digitale e dall’intelligenza artificiale, tale dote garantisce la necessaria flessibilità per affrontare le crisi e innovare obiettivi e strutture.
Per approfondire l’argomento delle mappe mentali, leggete qui.