Un’azienda a passo coi tempi è consapevole che gran parte del valore e della redditività viene dalle persone che ne fanno parte, dalle loro esperienze, dalle loro competenze e dalla loro motivazione. La formazione non è elemento tangibile, immediatamente misurabile e pertanto coloro che hanno una visione rivolta all’immediato profitto non hanno la consapevolezza del suo valore, anche economico: la formazione plasma le persone, così da renderle fiduciose, autonome, competenti, flessibili, e soprattutto motivate e gratificate dal proprio lavoro e dal contributo che possono offrire all’istituzione, all’azienda, ad ogni ambito lavorativo in cui si trovano ad operare.
Le persone in formazione mostrano maggiore sensibilità, maggior coinvolgimento, responsabilizzazione e capacità di lavorare in gruppo; si dimostrano, infine, più sensibili alle esigenze dell’azienda.
Ma come realizzare la formazione in azienda?
Anzitutto è necessario individuare l’impatto della formazione sul business dell’azienda e calibrare così i percorsi, sia individuali che collettivi.
I passaggi-chiave possono essere sintetizzati in:
- analisi dei fabbisogni
- sviluppo del piano formativo
- gestione del processo formativo
- valutazione dell’efficacia della formazione
- analisi della opportunità di attrarre finanziamenti
Al proposito sia le Regioni sia il Ministero del lavoro sia l’Europa, con il Fondo sociale europeo, possono contribuite, sulla base di specifici progetti e PFA (piani formativi aziendali), al finanziamento delle attività di formazione, nella consapevolezza che competitività e innovazione, sviluppo sostenibile ed internazionalizzazione, passano attraverso la qualificazione delle risorse umane.
Ma quale risultati si devono ottenere a seguito di un processo articolato ed efficace di formazione? Cosa deve contenere un Piano Formativo Aziendale?
Gli indicatori di qualità possono essere così riassunti:
- aumento delle competenze tecnico-professionali
- acquisizione/ miglioramento delle competenze relazionali
- capacità di utilizzare la cooperazione nella soluzione dei problemi
- disponibilità ad assumersi responsabilità
- assunzione di iniziativa personale in una logica di miglioramento continuo delle performances aziendali.
L’importanza della qualità del formatore
Formare significa, in sintesi, infondere metodologie, condividere strumenti e stimolare cambiamenti nella esperienza individuale e collettiva per generare comportamenti che siano allineati con la mission dell’azienda in cui si è inseriti.
La delicatezza del ruolo e la responsabilità del formatore, sia esso interno alla realtà lavorativa sia esso un professionista esterno , si misura con la capacità di attuare politiche formative basate sulla definizione e analisi del fabbisogno, effettuare una progettazione articolata, coordinare, gestire e valutare l’attività realizzata e dunque gli amministratori dell’azienda dovranno valutare le proposte del professionista non dall’offerta economicamente più vantaggiosa ma dalla qualità dello stesso, indicata dal curriculum e dalle esperienze formative realizzate. Particolare attenzione andrà riservata alla metodologia dell’insegnamento e dell’addestramento che si preferisce sia impostata sul coinvolgimento attivo del lavoratore e sulle tecniche del problem solving.
In verità, le ricerche effettuate per fotografare questo particolare ambito di comportamento aziendale rilevano una sempre maggiore attenzione e sensibilità al tema della valorizzazione del capitale umano, nella consapevolezza che questo non costituisce un costo ma un investimento, seppure nel lungo termine. La formazione favorisce il cambiamento e determina la crescita delle performances aziendali perché riorganizza in modo ottimale il lavoro e perché sviluppa nuove potenzialità che si trasformano in produttività.