DATI PREOCCUPANTI
Dagli ultimi dati elaborati da Ivas – Bollettino statistico, in relazione ai rischi da responsabilità civile sanitaria in Italia – emerge un aumento nel 2017 rispetto all’anno precedente del 21% di contenziosi ed un ammontare di risarcimenti nel biennio 2015/2017 di 1 miliardo 800 mila euro. Tali dati preoccupanti indicano che solo una organizzazione sanitaria diligente può limitare i rischi da eventuali cattive pratiche (o malpractise) e le conseguenze penali e civili per la struttura e per il singolo sanitario.
Inoltre, il rispetto dei requisiti e dei processi indicati dalle norme del risk assessment assume un grande valore nell’ambito della strategia difensiva nei casi eventuali di contenziosi in materia di responsabilità sanitaria.
LE NORME INTERNAZIONALI ISO
In materia le norme ISO 9001:2015 costituiscono un esempio di standard organizzativo particolarmente attendibile perché indicano i fattori che potrebbero far deviare dal raggiungimento dei risultati attesi, da integrarsi con le ISO 31010:2009 che illustrano le tecniche che possono essere utilizzate per la valutazione del rischio in ambienti sanitari.
Un bravo professionista, specializzato in organizzazione sanitaria, sarà in grado di affiancare il management delle strutture sia pubbliche che private – che erogano servizi per la salute – per procedere alla compilazione ragionata del documento di mappatura dei rischi in corsia per addivenire, poi, alla predisposizione di un piano di interventi finalizzato a risolvere le criticità riscontrate e quindi a eliminare o ridurre i rischi esistenti.
IL PROCEDIMENTO
Punto di partenza sarà l’analisi dei report relativi agli incidenti e/o agli errori che si sono verificati o sfiorati durante l’evoluzione clinica del paziente, per individuare gli interventi correttivi che possono interessare il rinnovamento delle tecnologie, l’acquisizione di nuove risorse o di particolari specializzazioni da dedicare alle attività ritenute a rischio e il rinforzo della formazione del personale.
Attualmente le aziende sanitarie scelgono di assicurarsi per cifre molto importanti ma una buona organizzazione e il suo costante monitoraggio potrebbe indurre alla copertura delle sole aree a rischio con un notevole risparmio che potrebbe essere investito sui servizi ai cittadini.
Altre spese elevate, che potrebbero essere evitate o notevolmente ridotte, riguardano il ricorso al contenzioso giudiziario. In questa frequentissima eventualità, in caso di malpractise da parte del medico, più il suo comportamento risulterà conforme a quanto consigliato dalla comunità scientifica internazionale e alle linee guida nazionali contemplate dalle norme, tanto più il professionista sarà tutelato rispetto all’addebito di responsabilità. Oltre alla puntuale registrazione del trattamento sanitario erogato al paziente, sarà indispensabile illustrare al giudice gli elementi fondanti del sistema organizzativo della struttura sanitaria e la produzione di istruzioni operative e di procedure interne riguardanti l’oggetto della sentenza.
Numerose e forti sono dunque le motivazioni che devono indurre le strutture sanitarie a regolamentarsi, a due anni dalla approvazione della Legge Gelli – Bianco n. 24/2017 che ha in parte ridisegnato la responsabilità medica e delle strutture sanitarie.
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