SONNO ED ECONOMIA: QUALE NESSO?
L’economia globale del sonno vale circa 50 miliardi di dollari l’anno. È un impressionante giro d’affari che riguarda l’acquisto di materassi, medicinali, accessori e dispositivi vari che aiutano a riposare meglio. Entro il 2022 si ritiene che la cifra salga a 80 miliardi e ciò è indicativo del fatto che nel mondo si dorme poco e male. Solo nel nostro Paese – come evidenzia una ricerca Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi da panico) – sette italiani su 10 lamentano disturbi del sonno, anche pesanti; chi ha problemi ad addormentarsi, chi si sveglia più volte durante la notte, altri si svegliano prestissimo la mattina, molto prima del dovuto.
E allora le imprese tecnologiche hanno fiutato l’affare, tanto che sono stati introdotti nel mercato prodotti svariati che incuriosiscono: robot morbidi da portarsi a letto, dispositivi da indossare al dito o in testa, maschere per sognare, pigiami i tech, dispositivi per aromaterapia e musiche soporifere che escono da una fascia da porsi sul capo o coperte elettriche che si possono comandare col telecomando.
CARENZA DI RIPOSO E RIPERCUSSIONI SU LAVORO E STUDIO
Ma perché tutto questo interesse per il sonno?
I disturbi del sonno indicano chiaramente che a livello emotivo esiste una situazione di allarme, di stress psicofisico che si ripercuote sulla salute in generale ma che può portare a svariate patologie, anche molto gravi.
Alcune tecniche possono migliorare la situazione generale degli insonni quali, ad esempio:
- andare a letto con un pasto leggero, per evitare il reflusso e una digestione laboriosa;
- alcuni rimedi naturali possono aiutare, quali bere un bicchiere di latte, perché questo facilita la sintesi di melatonina che è un neuro-ormone del sonno e della rigenerazione cellulare con effetto anti-aging ed anti-stress; nella stagione giusta mangiare ciliegie, anch’esse naturalmente ricche di melatonina ed anche mandorle o noci che sono rilassanti perché ricche di magnesio. Anche una buona tisana di biancospino o di passiflora migliora il rilassamento psichico e muscolare, riducendo le tensioni con il suo effetto sedativo;
- effettuare respiri profondi appena ci si sdraia, e contrarre più volte le gambe
- è importante imparare a gestire lo stress e l’ansia, condizioni inevitabili, specie in alcuni periodi, sia nel lavoro che nella vita privata, che si ripercuotono anche sulla qualità del riposo;
- evitare il multitasking e l’utilizzo di apparecchi tecnologici prima di dormire (infatti l’effetto della luce blu evita il rilassamento e causa un sonno meno profondo);
- è fondamentale, inoltre, la regolarità del bioritmo (cercare di coricarsi e di alzarsi sempre alla stessa ora). Alcuni studi evidenziano che i giovani sono particolarmente carenti da questo punto di vista in quanto durante il weekend tendono ad andare a letto tardi e a dormire molto la mattina ma ciò non facilita la creazione di un ritmo regolare.
SONNO E APPRENDIMENTO
Un buon sonno è inoltre indispensabile per l’apprendimento e per la formazione della memoria, tesi da tempo assodata dalla scienza, avvalorata e rinforzata da una recente ricerca pubblicata su SCIENCE, condotta da una èquipe di studiosi americani e cinesi, che ha dimostrato che il sonno profondo stimola nuovi collegamenti tra neuroni, dando vita a nuove sinapsi, indispensabili a formare e sedimentare le informazioni acquisite durante la giornata.
L’effetto del sonno è importantissimo anche per il potenziamento di altre funzioni cognitive come l’apprendimento, la concentrazione e l’attenzione ed anche sulla capacità di partecipare attivamente alla vita sociale.
Gli episodi di sonnolenza diurna (EDS) sono il sintomo più frequente di chi non riposa bene e in sufficienza la notte con sfasamento del fondamentale rispetto al ritmo circadiano. E’ però fondamentale non solo la qualità ma anche la quantità del sonno; ore insufficienti di riposo fanno calare le prestazioni fisiche ed intellettuali. In particolare si ha un rendimento compromesso nelle prove che richiedono attenzione, allerta e vigilanza, con gravi ripercussioni sulla sicurezza sul lavoro ove sono necessari tempi accelerati di reazione e in prove fondamentali quali il superamento dei test universitari. Molti studi, infine, suggeriscono anche se in maniera ambivalente, che i problemi del sonno possono essere in realtà sintomi di depressione (o che, inversamente, è la depressione a causare problemi di sonno)
Alcuni studiosi poi, legano tali disturbi a cause biologiche e genetiche, ma anche in questo caso è possibile intervenire con programmi individuali di cura.
Un tema dunque da affrontare con serietà e sistematicità, sia a livello di prevenzione che di cura nonché di buon pratiche legate al cambiamento di stili di vita dannosi.