La potenza delle mappe mentali per l’apprendimento

 

IL METODO TRADIZIONALE

Di norma, quando si prendono appunti utilizzando il metodo tradizionale si tende a scrivere molto o comunque a scrivere in continuo frasi e frasi, magari utilizzando alcune abbreviazioni.

 

Appunti presi con il metodo tradizionale. 

Ciò reca diversi svantaggi:

  • le informazioni difficilmente verranno fissate e memorizzate in quanto le stesse appaiono a prima vista tutte uguali;
  • sono scritte senza utilizzare un criterio gerarchico ma utilizzando l’ordine cronologico con cui espone il relatore oppure si trovano sul volume o sul libro che si sta studiando;
  • si scrive riportando le parole del relatore, senza compiere una riflessione autonoma e, quindi, senza avere un approccio realmente attivo;
  • mentre si prendono appunti, non si effettuano domande interiormente costruttive;

 

In sintesi si adotta, spesso, un approccio da scrivano che ostacola i processi di memorizzazione; inoltre, la pagina appare monotona e, quindi, poco idonea ad essere memorizzata.

UN NUOVO METODO: LE MAPPE MENTALI

Come si visto nel precedente contributo, il cervello pensa per immagini.

Tutti i grandi pensatori – quelli che con una dizione semplicistica si definiscono geni – pensavano per immagini, elaborando idee e creazioni che nessuno aveva osato progettare. Ne sono esempi le macchine strabilianti ideate dal grande Leonardo da Vinci.

Disegno di Leonardo che combina immagini e parole.

 

Inoltre, prove del pensiero per immagini è che per la nostra mente è molto più facile pensare a qualcosa di concreto (ad esempio una città che già  abbiamo visitato) piuttosto che a concetti astratti quali la trascendenza, l’ontologia….

Tony Buzan, famoso psicologo inglese e studioso dei processi di apprendimento nonché autore di diversi libri, negli anni settanta inizia ad approfondire le ricerche sulle tecniche di memoria e sull’apprendimento e a ideare il metodo delle mappe mentali il quale si fonda sul principio che “Il cervello non opera in modo lineare e sequenziale come un computer. Esso pensa in modo multilaterale o meglio radiante”.
In Italia, ulteriori approfondimenti sono stati magistralmente sviluppati da Matteo Salvo, ingegnere, presidente dell’Italian Memory Sport Council e Campione mondiale di memoria.

 

 

LE INFORMAZIONI CHE SI RICORDANO MAGGIORMENTE

La mente umana ricorda più facilmente e memorizza in modo più duraturo:

  • le informazioni che ci colpiscono emotivamente (nessuno dimenticherà mai l’aver vissuto un terremoto o la nascita di un figlio);
  • le immagini che si ricordano molto più agevolmente rispetto ad una serie di parole;
  • le informazioni che involgono più sensi possibili (udito, vista, tatto…);
  • le informazioni che ci paiono particolarmente curiose o che attraggono la nostra attenzione (incontriamo un cane enorme o un cane minuscolo, in entrambi i casi ci “colpiscono” perché sono fuori taglia);
  • i colori rispetto alla monotonia del monocromo.

 

SU COSA SI BASANO LE MAPPE MENTALI

  • apprendimento attivo e capacità di sintesi. Ogni concetto appreso viene condensato in poche parole (ognuna su un ramo), dovendo così necessariamente sviluppare capacità di rielaborazione dei concetti (infatti dovrò distinguere tra i concetti posti sui rami principali e quelli sui sottorami);
  • struttura radiale della mappa che riprende, appunto, la struttura radiale del nostro pensiero e non quella lineare tipica degli appunti tradizionali;
  • utilizzo spiccato dei colori: ogni ramo può avere colori diversi che richiamano, magari, il concetto stesso. Ad esempio: se parlo di ambiente o di sostenibilità utilizzerò il verde;
  • utilizzo delle immagini che colloco sui rami: questa è la parte più “potente”. Le immagini aiutano a ricordare;

 

I PUNTI DI FORZA DELLE MAPPE MENTALI

Le mappe mentali aiutano l’apprendimento e la successiva memorizzazione perché donano:

  • chiarezza;
  • visione d’insieme;
  • aumentano la capacità di ricordare (combinando colori, immagini e parole);

 

COME SI COSTRUISCE LA MAPPA

Il foglio si dispone in modo orizzontale in modo da avere a disposizione tutto il   campo visivo;

– nel centro del foglio metto l’argomento principale rappresentato sotto forma di immagine

– il primo ramo con il concetto chiave partirà ad ore 13 circa;

– i rami successivi seguono il senso orario;

– dai rami principali discenderanno i rami figli;

– sui rami inserirò le parole chiave;

– per rendere più memorabile la mappa inserisco le immagini che richiamano i concetti. Da ricordare: più le immagini sono particolari e significative per colui che le vede, più sarà agevole la memorizzazione (ad esempio non inserirà l’immagine di un cane in generale, ma del “suo” cagnolino, o ancora non inserirò l’immagine di un’automobile qualunque ma della Ferrari che tanto vorrebbe acquistare…)

Suggerimenti utili:

  • inserirò parole chiave e non intere frasi;
  • più le parole chiave sono frutto di una mia elaborazione del concetto (non quelle ascoltate o copiate pedissequamente dal libro) più sarà agevole formare i ricordi;
  • non sovraccaricare mai la mappa con troppi sottorami: ciò è controproducente perché impedisce di avere chiarezza mentale.

 

Nei prossimi articoli ci si focalizzerà su come si studia la mappa mentale e su altri argomenti utili.

Per approfondire si consiglia la lettura di M. Salvo, Metti il turbo alla tua mente con le mappe mentali, Gribaudo, 2015.

La mind map supra riportata è disponibile anche in PDF.