LE BASI DELLA CURIOSITA’
Voler capire, imparare cose nuove, avere sete di conoscenza sono riconducibili al significato profondo di “curiosità”, caratteristica umana spesso banalizzata ma che invece costituisce il motore dell’apprendimento e dell’evoluzione umana.
I meccanismi biologici e i percorsi neurologici della curiosità sono ancora poco conosciuti ma le molte ricerche in atto sull’uomo e sugli animali, ci aiutano a capire le funzioni di questa particolare caratteristica sul piano dei comportamenti e studiare tecniche per incentivare buone pratiche nello studio e nel lavoro. L’impresa non è facile perché la ricerca in laboratorio è assai limitante in quanto sono gli ambienti a stimolare la creatività, l’esplorazione, la motivazione, il divertimento e il gioco.
Sergio Marconi, psicologo e ricercatore del MIC (Marconi Institute for Creativity) , afferma che la curiosità è un costrutto complesso poiché si esprime come energia, come spinta motivazionale a cercare cose nuove, per andare oltre al “qui ed ora”.
In generale si può comunque affermare che la curiosità spesso si associa al talento e può potenziarlo poiché la intelligenza emotiva (ambito in cui prevalentemente si colloca la curiosità) offre doti caratteriali che solitamente portano gli individui a rinvestire le loro energie in nuove sfide di fronte a crisi o fallimenti.
Dal punto di vista scientifico sono molto interessanti le ricerche effettuate sul cervello con la risonanza magnetica funzionale per cui la curiosità viene collegata ad un inconscio meccanismo psicologico chiamato “anticipazione della ricompensa” che prelude all’ottenimento di una gratificazione.
Dalla gratificazione alla conoscenza il passo è breve poiché la funzione primaria della curiosità è quella di motivare l’apprendimento, quello profondo e duraturo, ed esistono molte ricerche scientifiche che lo comprovano, con l’utilizzo di tecniche diagnostiche e sperimentali.
In particolare è stato dimostrato che la curiosità e l’interesse producono una motivazione potenziata alla ricerca di informazioni nuove favorendo il consolidamento della memoria.
La curiosità, se ben esercitata, può costituire la chiave per avere successo perché permette di sfruttare al meglio le potenzialità proprie e del contesto in cui si esplica l’attività.
CURIOSITA’ E MONDO DEL LAVORO
La curiosità nel mondo del lavoro costituisce un elemento aggiuntivo: si pensi alle straordinarie scoperte scientifiche e alle opere di ingegno realizzate grazie alla voglia di andare oltre la routine, oltre ai dati consolidati. La curiosità – caratteristica strettamente legata alla creatività che sta alla base per ogni progresso ed innovazione – spinge le persone a trovare nuove soluzioni ai problemi. Al lavoro è un plus talmente importante che, per certi versi, può anche superare l’esperienza: chi ha esperienza infatti tende a riproporre gli stessi schemi perché nel tempo ha sempre ottenuto risultati positivi.
Chi ha meno esperienza – si pensi ai giovani talenti al primo ingresso nel mondo del lavoro – è portato a trovare nuove soluzioni alle problematiche che si presentano perché si pone continue domande, guarda il problema da più angolazioni e, non possedendo codificazioni pregresse, è in grado di aprirsi a scenari inediti. Certo, l’esperienza è dote fondamentale e può rappresentare una guida fondamentale in un sistema aziendale ma è molto importante a livello strategico organizzare all’interno del proprio staff uno o piu’ professionalità animate da spirito di curiosità.
Solo in questo modo si aprirà all’eccellenza nel sistema operativo e nel grande patrimonio costituito dalle risorse umane.