Il temporary manager: le sue funzioni e perché è utile

 

 

Chi è il temporary manager?

Viene così definito un manager che ha sviluppato una esperienza e un’attitudine particolari che indicano il superamento della tradizionale concezione di dirigente. Mostra infatti la capacità e la flessibilità per mettere in discussione se stesso e il proprio lavoro e di praticare una rivoluzione e una innovazione totale nell’impresa, per la sua abilità a vendere know how.

Il temporary manager sa approfondire, con la competenza che possiede, i problemi oggetto dell’intervento e, con rapidità di decisione e autorevolezza, saprà coinvolgere la struttura operativa puntando su nuovi obbiettivi. La sua forte personalità gli permetterà di incentivare il lavoro di gruppo e di far decollare la motivazione individuale degli stretti collaboratori creando forte consapevolezza sulla mission del cambiamento in atto.

Più nel dettaglio, una figura così particolare, piuttosto nuova nel panorama lavorativo del nostro Paese, può essere assai utile alle aziende , tradizionalmente di stampo familiare e artigianali che, pur offrendo prodotti e servizi di elevata qualità, non possiedono gli strumenti per vincere le sfide di un mercato in continua evoluzione e con regole e meccanismi del tutto nuovi o per aziende in crisi o per aziende che rischiano l’espulsione dal mercato per l’incapacità di promuovere il proprio brand.

Benefici offerti dal temporary manager

Il temporary manager produce risultati significativi per l’azienda nel caso in cui:
• si intendono lanciare nuovi prodotti, attività e servizi nel mercato nazionale, e ancor più in quello internazionale;
• l’azienda debba gestire una fase di crisi dovuta alla situazione di mercato;
• è necessario ristrutturare l’azienda prima di procedere alla sua vendita;
• si debba affrontare un cambiamento radicale, che coinvolga la sua struttura ma anche le strategie e a volte la stessa cultura aziendale ormai inadeguate dal punto di vista della produzione e delle aspettative del mercato,
• è necessario affrontare situazioni di fusione fra aziende o rami di azienda;
• si rende indispensabile affiancarsi al manager permanente per effettuare un coaching o una formazione intensiva,
• l’azienda ha assunto la decisione di incaricare un direttore generale da inserire in organico e si deve gestire al meglio la transizione,
• l’azienda intende investire un grande progetto mirato che necessita di risorse altamente qualificate.

Abitualmente, però, una azienda, dopo che il CdA individua il problema o il progetto sul quale vuole investire, cerca la soluzione all’interno con una motivazione perlopiù legata alla ottimizzazione dei costi, individuando un manager nell’organico ma la scelta è quasi sempre inutile se non dannosa, così come lo è l’investitura di una componente del consiglio di amministrazione nelle aziende più grandi e questo perché tale figura è generalmente più orientata alle politiche, alle strategie che all’adozione di tattiche di operatività sostenuta come richiede il cambiamento. È necessario pertanto un serio processo di autovalutazione e se le risorse interne non sono adeguate al compito, decidere di investire su un temporary manager per le sue peculiari e specifiche attitudini, specie se si abbisogna di un cambiamento veloce e che dia risultati soddisfacenti.

 

 

Le caratteristiche del temporary manager

Nei mercati più innovativi ed evoluti, il temporary manager possiede particolari caratteristiche, individuate sulla base dell’utilizzo di tale figura in esperienze aziendali di successo. Questi deve avere alle spalle esperienze consolidate ed aver affrontato comunque numerosi cambiamenti di ruolo sia in lavoro dipendente che nell’ambito del lavoro autonomo. Inoltre il temporary manager, oltre alle competenze e alle caratteristiche caratteriali adeguate alle funzioni che andrà a svolgere, deve necessariamente possedere un carico importante di conoscenze nel campo giuridico ed economico, deve essere consapevole di vendere know-how di alta qualità ed infine – elemento questo di grande importanza – non deve essere più interessato a percorsi di carriera tradizionali e saper concepire ogni incarico come una nuova sfida da vincere ad ogni costo.

Questi deve inoltre essere in grado di essere finanziariamente autonomo e coperto in quanto deve poter sopravvivere ai periodi, a volte anche lunghi, che intercorrono fra un incarico e l’altro e possedere buone capacità di networking al fine di trovare buone opportunità. Inoltre tale funzione può avere ricadute sulla vita privata e familiare in quanto i progetti costringono il più delle volte il temporary manager lontano da casa, anche per lunghi periodi.
Risulta importante che l’azienda valuti con attenzione il curriculum e le capacitò della figura a cui vorrà affidarsi, al fine di effettuare una scelta mirata e di valore.

Conclusioni: l’utilità del temporary manager per le aziende

Il temporary manager dunque costituisce una soluzione moderna e proficua per gestire le fasi di crisi o di sviluppo di un’azienda. Egli non è infatti un semplice consulente perché non solo consiglia, ma gestisce ed esegue portando a conclusione la fattibilità di una strategia di cambiamento. Ad esso vengono affidati enormi poteri e deleghe per consentirgli di operare in autonomia e con la necessaria determinazione, esprimendo tutto il suo carisma per coinvolgere e motivare la struttura interna e gli stakeholders, da intendersi come l’insieme dei portatori di interesse per l’azienda.

Può essere la chiave di svolta poiché porterà all’interno dell’organizzazione una prospettiva innovativa, grazie alle sue competenze spesso di carattere economico- giuridiche ed il suo bagaglio esperienziale.

Poiché il temporary manager ha spesso collaborato con diverse realtà e conosciuto mercati differenti fra loro, sarà solitamente in grado di accrescere il valore dell’azienda o di effettuare al meglio il lancio di un nuovo prodotto o di un nuovo servizio.

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